Carolina Raspanti è la protagonista principale del film, una forza della natura.
Dafne è una ragazza che lavora alla Coop, perde la madre, e la vita va avanti con padre, che è depresso.
tocca a Dafne essere il motore della famiglia, con la sua semplicità e sincerità, per fortuna del padre.
un film sorprendente, nessuno sarà deluso.
buona (Carolina) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film, su Raiplay
…Una trentacinquenne portatrice della sindrome di Down, esuberante e
trascinatrice, sa organizzare da sola la sua vita ma vive ancora insieme ai
genitori, Luigi e Maria. Quando Maria muore all'improvviso, gli equilibri
familiari vanno in frantumi. Luigi sprofonda nella depressione e Dafne non è
solo spinta a confrontarsi con la perdita ma deve anche sostenere il genitore.
Finché un giorno accade qualcosa di inaspettato: insieme decidono di affrontare
un trekking in montagna, diretti al paese natale di Maria. Lungo il cammino,
scopriranno molte cose l'uno dell'altra e impareranno entrambi a superare i
propri limiti.
Bondi ha avuto la capacità di intuire che Carolina/Dafne non andava
'guidata' ma accompagnata nel film perché solo così avrebbe potuto venire
progressivamente in luce (e manifestarsi in tutta la sua pienezza nell'on the
road finale) la complessità e al contempo la linearità di un'esistenza alla cui
base sta una sincerità profonda che accomuna tutti i Down. Che sanno essere
anche crudeli e ruvidi (come Dafne lo è col babbo) perché capaci di cogliere i
punti deboli altrui e di portarli allo scoperto non per cattiveria ma per la
costante ricerca di un rapporto che sia privo di finzioni…
…Il personaggio di Dafne,
la cui vicenda biografica – ad eccezione del lutto – coincide con quella della
sua straordinaria interprete Carolina Raspanti (che non
ha mai letto la sceneggiatura), è tratteggiato con maestria attraverso
uno sguardo puro, intenso ma delicato, del tutto privo di paternalismo o di
qualsiasi banalizzazione. La protagonista viene osservata da vicino nella sua
quotidianità (dal parrucchiere, in palestra, in pausa con i colleghi) e nei
momenti più intimi e raccolti (la sera in cucina, a mangiare gli ultimi avanzi
dal frigo). Una giovane donna mostrata con i suoi pregi – dolcezza, forza e
determinazione fuori dal comune – ma anche con tutti i suoi limiti, dovuti a un
carattere spigoloso che riesce a far perdere le staffe perfino al paziente
genitore. Sempre circondata da parenti, amici e colleghi che la adorano, Dafne
tiene molto alla sua indipendenza ed è del tutto autonoma (anche dal punto di
vista sentimentale, tanto da definirsi “single convinta”); è una lavoratrice
instancabile («Per me il lavoro è sacro!») ed entusiasta, che ama in
particolare “creare cose”.
Sarà proprio la
forza creatrice di Dafne a farla riuscire nell’intento di trascinare il padre
in un viaggio on the road, una sorta
di cammino iniziatico per entrare in contatto con la memoria della moglie e
della madre defunta raggiungendo a piedi il suo paese natale attraverso le
foreste dell’Umbria. Il viaggio è costellato di momenti commoventi, poetici,
spiazzanti ed esilaranti (le riflessioni mistiche di Dafne di fronte alla luce
in mezzo al bosco, l’incontro con le guardie forestali in cui si discute di
flirt amorosi), fino ad arrivare alla meta di un cammino ancora incompiuto ma
ormai avviato, e forse superato nella sua parte più difficile…
Maria (Stefania
Casini) e Luigi (Antonio Piovanelli): una coppia di vivaci toscani, attempati
ma ancora saldi e uniti, il cui grande amore si riflette in Dafne (Carolina
Raspanti), loro unica figlia, una trentenne loquace, diretta, spiritosa,
volitiva, che vive con loro e lavora alla Coop. Una tragedia improvvisa: la
madre muore, proprio l’ultimo giorno delle vacanze al mare, ultimo momento di
serenità.
Dafne e il padre,
dopo i primi momenti di smarrimento e dolore, seppur confortati da affetto e
stima di tanti parenti, amici e colleghi, riprendono la routine quotidiana. I
due inevitabilmente soli nella casa dove un posto è rimasto vuoto, diventano
reciprocamente l’uno ragione di vita per l’altra e si aiutano a vicenda. Quando
Dafne propone al padre di raggiungere a piedi il cimitero arroccato
sull’Appennino dove riposa la mamma, la passeggiata si trasforma in un viaggio
di scoperta, di vicinanza, di confidenze, di sentimenti profondi e struggenti.
Dafne – Carolina è
nata con la sindrome di Down. Eppure il film non parla di disabilità, nessuno
pare notare la diversità di Dafne. Vi è solo un accenno in un dialogo tra il
padre a una conoscente, ma è un commento tutto sommato positivo, come se nel
migliore dei mondi possibili non vi fosse differenza alcuna, come se non vi
fosse una normalità e il suo contrario…
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