Tre Film Al Giorno, Tre Libri Alla Settimana, Dei Dischi Di Grande Musica Faranno La Mia Felicità Fino Alla Mia Morte. (François Truffaut)
mercoledì 15 gennaio 2014
Le orme - Luigi Bazzoni
Lascia ogni
certezza prima di guardare questo film, ci sono troppe cose strane, che non
tornano, dei sogni che si ripetono, giorni d’assenza, un lavoro che vacilla,
una cittadina lontana che Florinda Bolkan raggiunge partendo da Roma.
In questa
cittadina, che pare di villeggiatura, una bambina, un uomo, alcune donne le
riconoscono anche se lei non era mai stata lì, forse.
C’era stata
una uguale a lei, pochi giorni prima, e alla fine i ricordi, le coincidenze,
gli indizi si accumulano, e gli astronauti del sogno riappaiono alla fine sulla
spiaggia.
Alla fine
si capisce tutto, forse.
Luigi
Bazzoni ha girato pochi film, memorabili.
“Le orme” (poco
conosciuto in Italia, ma conosciuto e apprezzato fuori) è un film affascinante
e misterioso, la musica di Nicola Piovani e la fotografia di Vittorio Storaro
contribuiscono a questo piccolo capolavoro che ti cattura senza pietà.
…Allo
score musicale Nicola Piovani, mentre per la fotografia Bazzoni sceglie ancora
Storaro ed è una grande decisione dal momento che il lavoro di Storaro dona al
film un allureparticolarissimo
ed una cura della messa in scena di grande finezza (notate già nelle immagini
da me inserite il gusto per il controluce): di certo lo stile del film supera
di gran lunga il suo contenuto, comunque non trascurabile. A differenza di
molti film di genere italiani di quegli anni, manca del tutto il glam ed il
colore, le scenografie sono geometriche e il colore bianco è dominante,
esasperando i giochi di chiaro scuro. Come molti gialli e thriller, la
psicologia, o meglio la psicopatologia, ha un ruolo centrale ma questa volta la
dimensione patologica trova una dimensione del tutto differente dal consueto e
quindi non si assiste a nessun omicidio a mani guantate di pelle nera e
neppure, come nel caso dei tipici thriller all'italiana, nessun intrigo di
uomini e donne che mirano a qualche eredità balorda. Si tratta piuttosto della
inevitabilità della patologia (e anche del destino di una persona, estendendo
il concetto) che arriva ad un suo compimento nonostante la persona abbia agito
per allontanarsi da essa.Le
Ormeè un film che si presta
a diverse riflessioni, ed anche il finale potrebbe suscitare dei dubbi…
…Molto
interessante ed originale l’espediente narrativo di far vivere alla protagonista
schizofrenica la sua vita nascosta a Garma, una località balneare turca
inesistente sulle carte geografiche. Le splendide riprese di questo paese
barocco in cui si respira una rarefatta atmosfera di immobilità ed eternità
vennero girate a Phaselis, località turca nota per la bizzarra commistione tra
le monumentali rovine elleniche e le architetture bizantine. Grazie a questa
location il film guadagna quell’atmosfera occulta su cui Bazzoni desiderava
fondare l’angoscia del personaggio principale, estendendola attraverso
grandangoli imperiosi e lunghi silenzi anche allo spettatore stesso. Anche per
merito di tali luoghi spettrali, le musiche di Nicola Piovani calzano
perfettamente l’atmosfera del film…
…Il lavoro svolto da Vittorio Storaro alla fotografia è immenso.
Oltre ad alternare -secondo la migliore tradizione italiana – primissimi piani
a grandangoli, Storaro ha il merito di ricercare pressoché per ogni sequenza
del film le inquadrature più artistiche, più surrealiste, più sperimentali. Se,
terminata la visione, la pellicola esercita quel senso di vuoto e di
indeterminatezza nell’animo dello spettatore il merito è indubbiamente anche di
Storaro. Dominano soprattutto i toni chiari, bianchi e tonalità di grigio e di
beige, ma è da segnalare la scelta di un bianco e nero seppiato molto
contrastato per i flashback (o meglio, per le scene del film che ossessiona
Alice) e soprattutto un’avanguardistica resa simile all’effetto “fotocamera
termica” (tonalità vicina al blu elettrico, contrasto al massimo) per la
delirante scena conclusiva.
In definitiva,Le Ormedi Luigi Bazzoni (sebbene
probabilmente inferiore al suoLa Donna del Lago–
anche se più originale e tecnicamente più valido di quest’ultimo) è un ottimo
film riconducibile al filone del thriller psicologico italiano, del quale è uno
dei titoli più significativi. Viene da alcuni erroneamente considerato un film
di fantascienza: a trarre in inganno sono alcune sequenze di derivazione sci-fi
quali l’incipit che mostra il sogno dell’astronauta morente, i successivi
flashback del film “Orme sulla Luna” e lo spezzone
conclusivo, che riesce nella sua bizzarria a trarre in inganno lo spettatore
fino all’ultimo (ovvero fino alla didascalia finale). Da prelevare dalla sua
nicchia, spolverare e riscoprire. Che si astengano i mainstreamers, che lo potrebbero trovare noioso.
Grandioso! Film talmente atipico nel genere thriller/sci-fi da rifuggere forse a qualsiasi catalogazione. La fotografia "lunare" di Storaro è una delle cose più abbacinanti mai viste nel cinema italiano di quegli anni e il finale; memorabile e allucinante, con l'apparizione dei due astronauti (psichiatri) che conducono la Bolkan (Alice/Nicole) direttamente verso il tunnel della follia. Da riscoprire!
confermo - ho molte riserve sulla storia e sulla sceneggiatura, ma il film è ottimo, girato in maniera molto personale, e a livelli altissimi (Storaro!)
la cosa originale, e che Lodge Kerrigan nei suoi film fa in maniera eccezionale (ne ho visto tre suoi, straordinari, difficili, turbano), è raccontare con la visione di chi ha una visione non lineare, distorta, e che vede non sa mai capire, questa è la difficoltà e anche il bello, la sfida per chi guarda
Grandioso! Film talmente atipico nel genere thriller/sci-fi da rifuggere forse a qualsiasi catalogazione. La fotografia "lunare" di Storaro è una delle cose più abbacinanti mai viste nel cinema italiano di quegli anni e il finale; memorabile e allucinante, con l'apparizione dei due astronauti (psichiatri) che conducono la Bolkan (Alice/Nicole) direttamente verso il tunnel della follia. Da riscoprire!
RispondiEliminaconfermo - ho molte riserve sulla storia e sulla sceneggiatura, ma il film è ottimo, girato in maniera molto personale, e a livelli altissimi (Storaro!)
RispondiEliminaManca, recupero subito. Grazie!
RispondiEliminala cosa originale, e che Lodge Kerrigan nei suoi film fa in maniera eccezionale (ne ho visto tre suoi, straordinari, difficili, turbano), è raccontare con la visione di chi ha una visione non lineare, distorta, e che vede non sa mai capire, questa è la difficoltà e anche il bello, la sfida per chi guarda
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