giovedì 21 ottobre 2021

Sauna - Antti-Jussi Annila

dopo una lunghissima guerra, di 25 anni, nel 1595 occorre ri-disegnare i confini e una commissione russo-svedese viene incaricata di fare il lavoro, poche persone, ragionevoli, ma le cose non vanno per il verso giusto quando si arriva a un villaggio sconosciuto o dimenticato.

un villaggio strano, dove non c'è neanche un bambino, anzi solo una. 

e i militari-geografi scoprono che quel villaggio è un posto misterioso, un buco nero che è la sauna.

qualcosa è successo, lo sapremo piano piano, e qualcosa resta, e fa terrore.

esisteva un monastero, ma dei demoni, e mostri, e vampiri (le tre cose insieme?) sono ancora lì, in quei luoghi, terrorizzano quella gente, e quella sauna è il posto misterioso (come la zona, di Stalker).

da tutti i punti di vista il film merita moltissimo, non trascurate questo gioiellino - Ismaele 


 

 

 

Enigmatico, intenso, severo e austero, il film non concede facili interpretazioni, ma compie una riflessione non banale sulla natura umana, sulla sua propensione verso l'eterno e sulla sua intrinseca contraddittorietà nel guardare verso l'alto e nel comportarsi in modo da sprofondare sempre più in basso.
I personaggi principali sono ben caratterizzati, lontani dall'essere dei puri simboli funzionali. Erik ha vissuto in pieno la guerra, l'ha combattuta vivendone gli orrori e adeguandosi perfettamente, modellando la sua coscienza in modo da non sentire rimorso per le innumerevoli crudeltà commesse. è ormai così abituato a combattere che non riesce a trovare un senso alla propria vita in tempo di pace. Non trova un proprio posto e teme il momento in cui l'assenza di fragore e di conflitto lo costringerà a pensare a quanto ha fatto. Knut invece, più giovane, ha studiato, è rimasto ai margini del conflitto diventando cartografo. La missione li ha riuniti, ma non potrebbero essere più diversi, pur nutrendo un forte sentimento di solidarietà. Knut sente il rimorso, ma non riesce a trarne le conseguenze giuste.

Richiami
In quel non luogo, Erik e Knut, assieme agli altrettanto stupefatti emissari russi, devono confrontarsi con qualcosa estremamente lontano da tutto quanto hanno conosciuto. Il redde rationem è di quelli definitivi e fa risaltare l'inutilità della sovrastruttura così burocratica della società umana. L'irrilevanza del compito che sono chiamati lì a svolgere è perfettamente rispecchiata nello scambio che Knut ha con l'unica ragazza del villaggio che gli chiede cosa sia una mappa e perché servano i confini: “Per sapere se siamo russi o svedesi” gli risponde Knut. Come se importasse, in quel luogo e in quel momento. Il desiderio di redenzione da una colpa sempre più insostenibile diventa il motore di una disillusa speranza che sa di non potersi disgiungere dal sacrificio, anche estremo

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…«È stato un bellissimo film!» «Sì, ma che voleva dire?» «E che te ne frega? È stato bello uguale». Ecco dovrei, con questo scampolo di banalissima conversazione fra due anonimi spettatori di un anonimo film, aver spiegato bene la sensazione che si prova dopo aver visto Sauna. La bellezza del film è indubbia, colpisce al petto e fa languire anche i più incalliti cinefili: fotografia livida e dettagliata, inquadrature di commovente bellezza, caratterizzazioni di personaggi brillanti e originali, regia elegante fino allo spasimo, recitazioni di prima qualità. Purtroppo il senso del film rimarrà tragicamente precluso. Colpa dello script? Sicuramente, ma le ossa che sorreggono la soda carne del film paiono troppo ad arte intrecciate per essere inconcludenti. Non è lo sceneggiatore ad aver finito le idee, è l’idea dello sceneggiatore troppo oscura. C’è qualcosa che la pellicola nasconde. C’è un qualche senso lontano, remoto, forse anche equivoco, che giace da qualche parte in mezzo alla sospirata bellezza dello script. La trama non si sfilaccia, non crolla sotto il peso di forzature ma si fa solo inspiegabilmente misteriosa, non si comprende il perché e il percome di questa o quella azione e il film sprofonda nel buio…

da qui

 

Il regista, Antti-Jussi Annila, vuole suggestionare, stimolare ogni senso, tormentarci mentre tentiamo di comprendere il corso degli eventi, creando un cortocircuito tra razionalità e irrazionalità, acuendo minuto dopo minuto un senso profondo di angoscia e riuscendo persino ad evitare, se non in rare occasioni, facili trucchi da prestigiatore hollywoodiano.

Cristallizzato in una fotografia livida che trasuda morte a ogni inquadratura, volutamente surreale nell’inserimento di elementi anacronistici, a iniziare dall’architettura fuori dal tempo e minimale della sauna purificatrice, il film è prima di tutto un’esperienza maledettamente compatta (dura solo 85 minuti) e fisica che fino all’ultimo fa sperare nella catarsi, mentre si accumulano indizi che a freddo rivelerebbero subito la disperazione sconfinata che ci attende, ma durante la visione siamo soverchiati dall’atmosfera ed esattamente come per i protagonisti la ragione va persa.

L’impatto estetico di alcune immagini è fortissimo, fino ad arrivare all’acme della sequenza conclusiva, minuti interminabili di epifania mostruosa, terrore panico e di una rivelazione che in cuor nostro avevamo compreso, ma che rifiutavamo.

Annila sa come muovere la camera, sa come farsi supportare dal montaggio per incastrare flashback, giocare con il plot o sbatterci in faccia dopo un momento di ipnotica calma una sequenza shock che faccia sussultare, il cui significato è rivelato solo successivamente, confondendo le acque per non rivelarci la soluzione e concedendoci il piacere masochistico di farci ingannare.

Il pregio principale della sua operazione è quello di usare tutti i mezzi cinematografici per disorientare lo spettatore senza scadere in facili effetti splatter, rappresentando la violenza in modo crudo e realistico, ma obliquo (la scena dell’autoscarnificazione ripresa frontalmente), abituandoci ad una dimensione inconscia della paura che esalta la ferocia della scena finale, in cui la splendida fotografia raggiunge il suo punto più alto nello sfruttamento del buio e dei contrasti dei mezzitoni…

da qui

 

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