domenica 11 gennaio 2015

Gone girl (L’amore bugiardo) – David Fincher

dovrebbero mettere un avviso fuori dal cinema, del tipo "Sconsigliata la visione alle (giovani) coppie", se poi entrano lo stesso dovrebbero farsi firmare una liberatoria.
in realtà è un film d'amore, che non c'è mai stato o è evaporato in fretta, è rimasta solo finzione.
tutti fingono, Amy è la più brava, ma la parola sincerità pare bandita per tutti dai dizionari del Missouri, e non solo.
i colpi di scena sono a ripetizione, quando sembra che ci si annoi ecco una giravolta e si riparte per le montagne russe del caso, se c'è, e del matrimonio.
è un'americanata di gran classe, come un'evoluzione de "La guerra dei Roses", lì era scontro aperto, una guerra totale, all'antica, qui è una guerra nuova, diplomatica, tutta sorrisi e molti veleni, ma anche questa è per vincere, e la pace è solo un intervallo fra le guerre.
un film che non è perfetto, ma non dispiace per niente - Ismaele







Il personaggio di Amy va direttamente nella lista di migliori psicopatici della storia del cinema, tanto crudele e spietata da far sembrare il John Doe di Seven un povero pazzo – intelligente, sì, per carità – che, alla fine, si lascia trascinare dal suo delirio. E stop. Amy no, accidenti. Tiene conto delle prove, delle debolezze del marito, della sua famiglia, della polizia. Tiene conto dei media, che riesce a utilizzare a suo beneficio per tutto il tempo, sfruttandone la natura estremamente volubile per costruire il futuro che desidera. Per costringere il mondo ad adattarsi al suo volere…

il racconto di Fincher si fa tentacolare, labirintico, polifunzionale: c'è un acuto accenno alla potenza dei media in fatti di cronaca nera provinciale, con l'inevitabile perverso intreccio fra la necessità di "usarli" da parte dei protagonisti negativi e la voglia di emettere sentenze anticipate da parte di chi tenta di sfuggire alla monotonia della quotidianità; c'è l'intervento della legge americana, come spesso accade nella realtà pasticciona e desiderosa di correre a conclusioni affrettate, attraverso indagini disordinate, confuse e poco coordinate tra i vari enti che le portano avanti; e c'è poi la messa in scena del sentimento di ipocrisia che tiene vivo il matrimonio, come centro aggregatore di interessi molto terreni, che si tratti di necessità sessuali o bisogno di sicurezza patrimoniale, gli sposi sono legati a doppio filo…

L’Amore Bugiardo – Gone Girl è un film cupo perchè il suo punto siamo “noi”, il pubblico che guarda e vuole vedere, che obbliga i protagonisti ad interpretare un personaggio. C’è del voyeurismo nella maniera in cui questi sono tartassati ma l’impressione è che il condizionamento influenzasse le loro azioni già da prima degli eventi, che l’interesse riguardo la scomparsa abbia enfatizzato qualcosa che ognuno vive. I media di conseguenza non sono visti come persuasori ma come specchio di quel che il pubblico è pronto a pensare da sè. Quanto di ogni relazione è necessaria finzione o mantenimento delle apparenze e quanto questa può essere la scelta migliore di tutte in una vita apparentemente idilliaca ma in realtà mediamente disperata?

grande film ma sono rimasto forse un filo deluso.
Si vede lontano un miglio che Gone Girl ha matrice letteraria, e si intuisce persino la presenza dell'autore del libro nella stesura della sceneggiatura. Lo si capisce principalmente dai reiterati (ed eccessivi) estratti presi dal diario di Amy, dalla struttura granitica ed eccessivamente architettate da thriller (tutti o quasi i più grandi thriller sono derivati) e da un passo lungo (forse troppo) tipico delle riduzioni cinematografiche (già, si chiamano riduzioni, ma se a farle è lo stesso autore del libro tanto riduzioni non sono...).
Intendiamoci, Gone Girl è un ottimo film, ambiguo,  teso, ricco di spunti persino.
Il tema della bugia nell'amore, quello della coppia già sgretolata che fa finta di no, quello dei cappi psicologici, economici ed emotivi che molte volte un partner mette all'altro, sono tutti spunti svolti egregiamente. A questo proposito ho trovato magnifico il primo incontro tra Nick ed Amy, quel giocare subito con le bugie, 2 minuti che poi in maniera molto più dirompente rappresenteranno i successivi 5 anni. E' difficile capire se e quando ci sia stato amore tra loro, io ad esempio ho grandissimi dubbi che i due siano mai stati realmente innamorati.
Il problema di questo film è che è sempre un +1 avanti rispetto alla verosimiglianza, in ognuno dei suoi aspetti...
da qui

6 commenti:

  1. Quel voler infilare la parola "amore" in qualsiasi titolo in uscita nelle sale italiane è un'abitudine odiosa. Stavolta le (giovani) coppie che si aspettavano il filmetto romantico, magari non avendo visto prima il trailer, saranno rimaste deluse. :D

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    1. in effetti quell'avviso preliminare non sarebbe fuori luogo, per non soffrire dopo, ah, l'amour l'amour

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  2. Questo è vero, ci sono dei titoli che vengono tradotti in base a delle logiche di botteghino, ma che nulla hanno a vedere con il film, anzi a volte lo mortificano. In questo caso credo sia pertinente, perché di amore si tratta.

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    1. l'amore è un concetto che accoglie, dentro c'è l'odio, la finzione...

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  3. Odi et amo. L'amore può trasformarsi in odio... può essere finzione... scopri dopo che non era amore... magari un calesse.

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  4. e magari senza neanche animali per trainarlo...

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