martedì 4 marzo 2014

Il colpo (Heist) – David Mamet

una storia vertiginosa, niente è quello che sembra, poi quando sembra che hai capito non è come sembra, e quando finalmente pensi di esserci arrivato, il film riparte, e poi pensi finalmente di aver capito, ma non tutto, e alla fine qualcuno, dentro il film, sa qualcosa che tu non saprai mai.
prendere o lasciare, io prendo, e ringrazio con l'inchino, e così spero facciate anche voi, non ve ne pentirete, ci scommetto - Ismaele






Un film dotato di una sceneggiatura a prova di bomba e sorretto da un cast di interpreti in parte, soprattutto il solito, immenso, Gene Hackman. La storia procede a buon ritmo e senza cali di suspense lungo un itinerario all'insegna della tortuosità, del dubbio e del doppio gioco: Mamet si rivela impeccabile nel tenere costantemente sotto tensione lo spettatore, più grazie agli scoppiettanti dialoghi che alle sequenze d'azione pura, pressanti ma mai fini a se stesse. Un intrigo elevato all'ennesima potenza, insomma, in perfetta linea con il motto del protagonista: "Io senza un piano di riserva non mi allaccio nemmeno le scarpe". Un ottimo noir.

Può darsi che quest'ultimo film di David Mamet sia solo un esecizio acrobatico, un volteggio bello e utile solo a se stesso, ma a noi va bene così. Ci è difficile rimanere indifferenti di fronte a un'opera così serrata, campionario di apparenze, film movimentato che dell'action movie non ha nulla, tutto delegando a una scrittura secca e arguta, a un meccanismo perfetto in cui non sono dati punti fermi ma ogni elemento viene puntualmente ribaltato e messo in discussione. Sappiamo esattamente dove porterà la spirale perversa di finali a catena, di menzogne e imbrogli, lo svolgersi di questa trama in cui la truffa è arte, non si capisce bene chi stia mentendo a chi, c'è sempre qualcuno che tradisce qualcun altro o che finge di farlo, il piano non è mai quello che sembra e comunque andasse male ne prevede un altro di riserva, il bottino (e la propria donna) rimbalza da una barricata all'altra, doppiogiochisti fanno un triplo gioco (o lo fingono tramutandolo in quadruplo) e in cui tutti gli ingranaggi sono mossi dalla bramosia di ricchezza, in cui cristallino è dunque solo l'amore per il denaro che emerge prepotente dalla vertigine dell'Inganno…

…Close attention may reveal a couple of loopholes in the plot. One wonders why the Pidgeon character would do what she does after the truck crashes. Whether we can be sure that her last revelation is, indeed, her last revelation. And the film ends with a character who gives us a little smile that seems wrong, because he is smiling at the audience and not at what has happened. Unless, of course, he knows the last revelation is not the last revelation…

Mamet che conosciamo si è divertito molto a scrivere questa storia di doppi giochi continui e senza sosta: ogni sguardo, movimento, parola, inquadratura nasconde qualcosa e di più (una scatola aperta e se ne aprono altre, un filo diretto con lo spettatore che rimane incollato all'ultimo centimetro di pellicola).
Joe Moore vuole andare in 'pensione' ma il 'capo' Michey Bergman gli offre la possibilità dell'ultimo colpo: un buon numero di lingotti d'oro chiusi e 'custoditi bene' in un aereo svizzero. Si deve preparare il piano nei minimi dettagli e Joe si fa aiutare dai suoi fidi amici (amici-ladri e nemici per la pelle). Bobby per primo e la sua "fedele" moglie danno il gusto alla grande impresa. Ciò che è difficile(issimo) per Joe sembra un gioco da ragazzi e il gioco riesce bene fino a quando...
da qui

2 commenti:

  1. l'avevo beccato per caso una sera in tv tempo fa.
    mi aveva coinvolto parecchio, dovrei recuperarlo...

    RispondiElimina
  2. come dice un amico, credo di essere diventato Mamet-dipendente, se lo recuperi non sbagli:)

    RispondiElimina