mercoledì 24 luglio 2013

Birdcage inn (Paran daemun) – Kim ki Duk

un film apparentemente semplice, e allo stesso tempo ricco, un piccolo capolavoro acerbo di un regista che poi farà cose anche più belle.
i personaggi sono davvero ben definiti, anche possono sembrare stereotipi.
Kim ki Duk mostra il cambiamento di Hye-mi, che capisce molte cose, e sopratutto la protagonista Jin-ah è veramente un concentrato dei fioretti di san Francesco.
a me è piaciuto molto, provateci, credo che non deluderà nessuno - Ismaele






Birdcage inn”, inizialmente confuso, si apre poi ad un canto corale al femminile di esseri che si ritrovano e scoprono la forza morale della sorellanza che annienta tutto il resto.
La figura del capofamiglia è il simbolo di un’umanità dai molteplici contrasti, onnipresente nella cinematografia di Kim Ki-duk, perché è l’uomo silenzioso che dipinge pesci sulla parete, che protegge Jin-ah dalla violenza dei clienti, che le copre le spalle con il suo giubbino, che le sorride vedendola dipingere una farfalla gialla, ma è anche quello che la violenta in un momento di istinti feroci. Figure meno intense, meno particolareggiate di altre produzioni del regista, anche se i confini tra il bene ed il male sono sempre pura illusione. Ci saremmo aspettati una tipica forma mista di crudeltà e amore verso gli altri nella protagonista, ma non è lei ad esserlo, è il titolare del motel ad indossare quei panni. Lo stesso vale per il protettore che la ricatta, la violenta ma poi le acquista i mandarini, unico gesto di delicato amore che riesce a regalarle.
Il mestiere della ragazza l’annienta agli occhi del mondo, ma quella scena iniziale in cui raccoglie la tartaruga, in quanto unica ad accorgersene, mettendola in salvo, le proietta una luce così potente addosso da non lasciare più ombre sulla sua persona. La stessa sorte tocca ad un pesciolino rosso appartenente ad una donna che fa cadere inavvertitamente per strada. Si china, apre la borsa, afferra una bottiglia d’acqua, ne versa il contenuto nella bustina di plastica e la porge alla legittima proprietaria, rimasta durante tutta la scena nell’immobilismo più totale. Jin-ah poi acquista per sé un pesce che stritola con le unghie nel suo contenitore di fragile plastica quando il padre di Hye-mi la violenta e poi, quando tutto è concluso, lo fa scivolare delicatamente nell’acquario ancora miracolosamente vivo. Il pesciolino che simboleggia lei nel momento in cui la figura che deve proteggerla la umilia, si sente soffocare, stretto in una morsa di gelo. Anche lui troverà la libertà nel momento in cui Jin-ah non sarà più sola. Ed è splendida l’immagine finale delle due ragazze su un ponte sospeso sul mare che si tengono insieme e sorridono, mentre il pesciolino pare osservarle da sotto l’acqua. E' la loro isola…

…Siamo in un’imprecisata località marina della Corea del Sud, ma in fondo potremmo anche trovarci sulla riviera romagnola del felliniano Amarcord: il cinema di Kim Ki-duk, di una semplicità e un pudore nel sottintendere assolutamente encomiabili ma nel contempo denso e sfaccettato come pochissimi altri nel panorama attuale, punta diretto al linguaggio universale della poesia come quella palla di neve che alla fine metaforicamente rotola dalla stanza di Jin-a a quella di Hye-mi lungo il cortile della casa. E, rotolando, cambia impercettibilmente la sua forma ad ogni giro.
Forse il senso del discorso cinematografico di un autore del valore di Kim Ki-duk sta tutto in questa brevissima sequenza. Ammesso che senso compiuto possa mai esserci, nel cinema di chi, come lui, continuamente s’interroga, chiamando direttamente in causa anche lo sguardo altrui, sugli eterni e indecifrabili girotondi dell’esistenza.

…It's not that easy to have a normal viewer-movie-character-relationship with the individuals in his works as they oftentimes behave somewhat strange or rather are a bit twisted in their minds, but behind that there is always some kind of inner wound that you have to discover. And that's what turns out to be the attraction in Kim Ki-duk's movies…

Birdcage Inn est cependant avant tout le récit de l’amitié profonde qui naît entre deux jeunes filles. Toujours à la limite du candide, le film se permet ainsi des images dépourvues de toute ambiguïté, exaltant au contraire l’innocence de cette rencontre. Autour d’elles, les hommes passent et se croisent, porteur d’autant de stratégies pour résister à la toute-puissance de la beauté féminine. Car plus encore que dans Crocodile, la femme est souveraine, malgré les coups et les brutalités qu’elles subissent. En effet, le désir qu’elle suscite leur est étranger : plaisir devenu travail pour la prostituée, ou refus du sexuel pour la jeune fille, embarrassée de son education...

...Jina, a budding sketch artist, for reasons unknown to us, is forced to resort to a job as a prostitute for an inn on the coast of Korea. The inn, run by a lower class family, is made up of a relatively nice father, a brash mother, an embarrassed and bitter daughter and a smitten, virgin son. The family is barely able to pay for school and food off of Jina’s work and tensions arise when a man from her past returns and the daughter finds more reasons to detest Jina further.
As a character drama, the film hits the right points by giving its main characters well-written positives and flaws and then tying them into the script to neatly contribute to the plot. Everyone is a rather morally ambiguous character and the multiple angles make it quite difficult to place our loyalties.  The film hinges mainly on the relationships of Jina and the family, but especially that of the daughter, Hyemi, who is the most developed character and serves as a strong contrast to Jina for the film’s examination of attitudes towards sex.
da qui

4 commenti:

  1. Un vero capolavoro, uno dei film di Kim Ki-duk che mi ha colpito di più, forse perché è meno cerebrale di tanti suoi altri. Viva la semplicità!

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    1. sembra di vedere tanti quadri uno dopo l'altro, come un fumetto, ti affezioni, ho letto poi su imdb che l'attrice che fa Jin-ah ha fatto solo quattro film, peccato

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  2. Concordo con bombus, tra i miei preferiti di Ki-duk, assieme all'arco e all'isola. Commovente.

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    1. concordo sul commovente, davvero partecipi alla storia, non puoi restare indifferente

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